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Call of Duty Black Ops: Cold War | Video Recensione - Il nuovo volto della Guerra Fredda

Dopo aver approfondito la campagna single-player di Call of Duty Black Ops: Cold War, abbiamo sviscerato il suo comparto online e siamo pronti a darvi il giudizio finale sull'ultima fatica realizzata da Treyarch e Raven Software.

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a cura di Marino Puntorieri, Paolo Sirio

Informazioni sul prodotto

Immagine di Call of Duty: Black Ops Cold War
Call of Duty: Black Ops Cold War
  • Sviluppatore: Treyarch, Raven Software
  • Produttore: Activision
  • Distributore: Activision
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
  • Generi: Sparatutto
  • Data di uscita: 13/11/2020

Quando si parla del brand di Call of Duty non si può non trattare con la dovuta importanza anche il comparto multigiocatore. Se con la campagna di Call of Duty Black Ops: Cold War abbiamo descritto una formula sorprendentemente rinnovata e fresca, con il multiplayer ci ritroviamo a fronteggiare tantissime modalità familiari e in linea con lo spirito con il quale il franchise ci ha abituato nel corso degli anni.

I ragazzi di Treyarch sembrano aver ascoltato i feedback della community, proponendo uno stile in PvP sorprendentemente in linea con gli sforzi perpetrati dai cugini su Modern Warfare, ma comunque peculiare considerando la capacità di far emergere quei tratti distintivi più in linea al brand specifico di Black Ops.

Corri, spara e ricarica

Pad alla mano, l’inizio di ogni round online di Call of Duty Black Ops: Cold War è un momento estremamente familiare per i giocatori più navigati. Gli scontri risultano estremamente frenetici, ma a differenza del lavoro svolto un anno addietro da Infinity Ward il time to kill è ben più tarato verso l’alto, confermando le buone sensazioni già evidenziate in fase di beta. La barra della vita è ben visibile sul proprio schermo quando si colpisce il nemico e si subiscono danni, e per una ricarica completa della stessa bisognerà attendere qualche secondo.

Si tratta di una soluzione che non rallenta minimamente gli scontri, favorendo un rush totale da una parte all’altra delle varie mappe quasi spasmodico e al quale la serie ci ha sempre abituato. Capiamo comunque come per i giocatori abituati al predecessore del 2019 si necessiti di un ulteriore sforzo sotto l’aspetto della concentrazione durante le sparatorie a viso aperto, evitando di lasciare il dito dal grilletto troppo presto ed andare in contro a una rapida fine.

La progressione di Call of Duty Black Ops: Cold War ci permette come di consueto di acquisire esperienza direttamente sul campo di battaglia, e livello dopo livello di ottenere armi e abilità sempre nuove da poter combinare per creare il proprio soldato ideale; potremmo agire nell’ombra senza esser rilevati da radar o nemici con l’utilizzo di vari silenziatori e magari sbucando alle spalle del nemico con un po’ di furbizia, piuttosto che imbracciare mitragliatori pesanti con un quantitativo ben più elevato di munizioni e granate per buttarci in prima linea in barba a qualsiasi conseguenza, senza dimenticarci dei giocatori che preferiscono rimanere nascosti su qualche altura con il proprio fucile da cecchino in attesa del momento propizio per far fuoco. Ogni utente, insomma, riesce ancor di più a far valere in battaglia il proprio modo di giocare, senza nessun limite di sorta imposto dal team di sviluppo.

Proprio parlando delle bocche da fuoco non si può non premiare il lavoro svolto da Treyarch per proporre soluzioni tanto diversificate quanto verosimili alle controparti reali sia per cadenza, rateo, rinculo e via discorrendo. Tutti parametri che ovviamente possono essere personalizzati montando accessori – per un massimo di cinque per le armi principali – da sbloccare con una progressione che segue di pari passo lo stile al quale proprio l’ultimo Modern Warfare ci ha abituato.

Qualche dubbio sul bilanciamento di alcune armi rimane, e soprattutto i fucili da cecchino e a pompa rischiano seriamente di mettere alla prova la pazienza degli utenti in più di un’occasione. Non mancano, come già accennato, le varie Specialità e Wildcard da poter equipaggiare per enfatizzare maggiormente il personale stile di gioco, ma sotto questo ultimo aspetto avremmo preferito un maggior impegno per proporre in Call of Duty Black Ops: Cold War qualche variante più equilibrata. Nello specifico alcune Wildcard, che sono – lo ricordiamo – equipaggiabili una alla volta raggiungendo i livelli più alti, potenziano eccessivamente il proprio alter ego e necessiterebbero di alcune modifiche; il rischio tangibile è di sbilanciare eccessivamente le partite a favore dei giocatori più navigati con la possibilità, ad esempio, di raddoppiare il numero di Specialità attive durante un round o equipaggiare l’arma principale con ben 8 accessori al posto dei classici cinque.

Menzione speciale, anche per il ritorno delle killstreak con un rinnovato sistema che premia accumulando punti di gioco e non più le sole uccisioni senza morire come in passato; un sistema che come abbiamo evidenziato e apprezzato durante la beta permette anche ai giocatori meno esperti di farne uso con più frequenza. In questa versione definitiva di Call of Duty Black Ops: Cold War però abbiamo anche notato un aumento dei punti richiesti per le serie più letali come bombardamenti a tappeto, elicotteri e AC 130; una soluzione ben più equilibrata per evitare spam eccessivi degli stessi da metà partita in poi.

Modalità per tutti i gusti

Dal punto di vista prettamente contenutistico, Call of Duty Black Ops: Cold War mantiene le promesse di essere un capitolo corposo e adatto sia per rapide partite di pochi minuti sia per sessioni della durata di più ore consecutive. La beta ci aveva già dato modo di apprezzare il level design di quasi tutte le mappe indipendentemente dalla modalità scelta, enfatizzando la necessità di imparare il prima possibile su ognuna i punti chiave dove costantemente si concentrano la maggior parte degli scontri, individuare cunicoli e vicoli per sbucare alle spalle dello spawn nemico, o più semplicemente favorire riflessi sempre più attenti alle raffiche di proiettili avversari che possono arrivare da ogni direzione.

Considerando le modalità più classiche a disposizione come Deathmatch, Uccisione confermata o Dominio, siamo già sicuri che i giocatori avranno pane per i propri denti per un quantitativo smisurato di ore, e non potevamo non apprezzare alcuni cambiamenti implementanti per migliorare il bilanciamento generale. Parliamo di piccoli accorgimenti volti ad esempio a sistemare il posizionamento delle bandiere da conquistare su Armada o Cartel, piuttosto che modificare l’accesso ad alcuni punti elevati su mappe come Miami o Crossroads.

Tutte le ambientazioni di Call of Duty Black Ops: Cold War risultano a conti fatti ispirate e ben variegate, riuscendo sorprendentemente ad adattarsi a qualsiasi modalità di gioco, compresa quel Scorta Vip che soprattutto con un gruppo di amici ben affiatato riesce a regalare ben più di una soddisfazione e si riesce a prestar benissimo anche in un’ottica più competitiva. Non siamo rimasti del tutto convinti invece dagli scontri su larga scala di Armi Combinate, ovvero la variante di Dominio pensata per scontri massivi (parliamo di 24 giocatori e ben 6 zone da conquistare) e veicoli come carri armati eccessivamente letali e pronti quasi in solitaria a decidere le sorti di un intero match.

Interessante, poi, l’implementazione di una modalità come Bomba Sporca per variare ulteriormente l’approccio alle partite, con più team da quattro giocatori pronti a raccogliere uranio e trasferirlo in punti specifici della mappa; una soluzione che introduce nel classico PvP alcune scelte implementate su Warzone, ma che a conti fatti si rivela ancor più confusionario di quanto avevamo già pronosticato dopo qualche rapida partita effettuata durante il primo test.

La paura fa anni ’80

Call of Duty Black Ops: Cold War vede il ritorno dell’acclamata modalità Zombi tanto richiesta dai fan sin dal suo annuncio. Indipendentemente dalla fazione scelta, fino a quattro giocatori vengono catapultati in un bunker della Seconda Guerra Mondiale per farsi strada tra orde di non morti e oscuri segreti da portare alla luce, esplorando un complesso nazista ben più sinistro di quanto si potesse pensare. Parliamo di una modalità estremamente divertente e appagante, capace di riprendere ed enfatizzare gli stessi punti di forza che l’avevano resa una modalità cardine dei passati capitoli di Treyarch.

Sopravvivere ondata dopo andata significa aver a che fare con un numero sempre maggiore di mostri ben diversificati e via via sempre più resistenti e letali, ma fortunatamente dalla nostra potremo contare sulla ricerca di armi speciali ormai storiche per la modalità come la pistola a raggi o alcuni modificatori permanenti come per la rapidità o il miglioramento della salute. Sotto quest’aspetto Call of Duty Black Ops: Cold War potenzialmente incolla il giocatore allo schermo per numerose ore, proprio considerando la mole di segreti da poter scoprire e le diverse biforcazioni da poter sbloccare per accedere ad aree sempre diverse colme di pericoli.

Non manca nemmeno il mini-gioco Dead Ops Arcade, con una terza trasposizione che segue e rivalorizza quanto di folle e frenetico era stato fatto con i precedenti introdotti nella serie Black Ops. Gli appassionati del genere twin-stick shooter avranno di che gioire per un numero cospicuo di arene da superare eliminando zombi e creature ancor più stravaganti, ovviamente con l’obiettivo finale di scalare la classifica generale e primeggiare sui propri compagni di squadra.

Concludiamo parlando del buon lavoro fatto dal punto di vista tecnico per un capitolo che mantiene la promessa di esser goduto durante le partite online in 4k con un frame rate stabile di 60 fps sulla next-gen. Focalizzandoci però sulla versione Xbox Series X da noi testata siamo riusciti a raddoppiare quest’ultimo numero, portando le partite proprio su un altro livello dal punto di vista visivo. É chiaro che trattandosi di uno sparatutto in prima persona poter godere dei 120 fps porta il coinvolgimento dell’utente completamente su un altro livello e ce ne si accorge soprattutto durante lo spostamento della telecamera sull’asse orizzontale, con una fluidità tale da essere considerata per i giocatori console una vera chicca dalla quale sarà difficile allontanarsi dopo averla provata.

Bisogna infine segnalare un buon lavoro sotto l'aspetto del matchmaking che in pochi secondo proietta gli utenti nella prima partita disponibile, mentre per il cross-platform (presente ovviamente dal day one) abbiamo individuato qualche incertezza nel trovare e unirci agli amici con piattaforme differenti; qualche singhiozzo per l'interfaccia social per la quale gli sviluppatori hanno comunque già garantito di essere a lavoro per una tempestiva risoluzione.

Se non avete ancora acquistato Call of Duty Black Ops: Cold War, vi consigliamo di ordinarlo in totale sicurezza e al miglior prezzo garantito tramite Amazon per aver diritto a qualche curioso bonus.

Voto Recensione di Call of Duty: Black Ops Cold War - Recensione


8.2

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Campagna coinvolgente e coraggiosa nel proporre diversi bivi narrativi

  • Multiplayer solido e ricco di contenuti fin dal day one...

  • Finalmente è tornata la modalità Zombi

  • Next gen con 120 fps per le partite online

Contro

  • IA non particolarmente brillante

  • ... Ma alcuni bilanciamenti per armi e specialità sarebbero doverosi

Commento

Call of Duty Black Ops: Cold War si propone come uno dei capitoli più equilibrati dell'intero franchise di riferimento, introducendo una campagna single-player profonda, che non si limita più ad essere un semplice contorno per il multiplayer, e valorizzata dall'introduzione di interessanti bivi narrativi. L'offerta multigiocatore è pulita, ricca in termini di modalità e rifinita, grazie ad accorgimenti come la scelta delle scorestreak che rimediano a un bilanciamento che poteva essere gestito con più attenzione. Un pacchetto di buonissime motivazioni per continuare a giocare a Call of Duty, o per rendere Black Ops: Cold War un punto d'inizio – e magari di ritorno degli episodi storici.