Blizzard commenta la questione Hong Kong e la sospensione di Blitzchung

Dopo la sospensione di Blitzchung per le sue esternazioni politiche durante un torneo di Hearthstone, Blizzard torna sulla questione

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Il caso è stato protagonista anche alla Blizzcon 2019: stiamo parlando della questione legata a Blitzchung, il giocatore professionista di Hearthstone che, dopo aver manifestato durante uno streaming ufficiale il suo supporto alla causa di chi sta muovendo le proteste a Hong Kong nei confronti della Cina, era stato sospeso per un anno e costretto a rinunciare ai premi conquistati.

Dopo il sollevamento dei suoi stessi dipendenti, oltre che di gran parte del pubblico, Blizzard aveva deciso di rivalutare la sua decisione, assegnando a Blitzchung i suoi premi e riducendo la squalifica a sei mesi. Sulla questione, nel corso della BlizzCon 2019, è intervenuto il presidente J. Allen Brack, che ai microfoni di IGN USA ha spiegato il punto di vista della compagnia, chiarendo anche il rapporto con il mercato cinese – che secondo alcuni sarebbe stato dietro la decisione di sospendere Blitzchung, salvaguardando i rapporti commerciali con il Paese del Dragone.

Blitzchung, il professionista di Hearthstone

Blizzard e la libertà d’espressione

Brack ha voluto sottolineare che Blizzard vuole supportare la libertà di espressione: per questo motivo, secondo il presidente, anche gli stessi dipendenti della compagnia hanno fatto bene a esprimere il loro malcontento sulla decisione presa. Secondo Brack, «noi siamo forti sostenitori della libertà di espressione. Personalmente, ci credo davvero tanto. Il che rende curioso che finisca con l’essere coinvolto in una questione in cui si dice che siamo contrari alla libertà d’espressione. Quelli che si sono accampati fuori dalla BlizzCon per protestare sono i benvenuti. Le proteste sono una parte che deve esserci, nella nostra cultura.»

Il presidente ha continuato sottolineando però l’importanza che riveste, secondo Blizzard, il fatto che le trasmissioni dedicate ai suoi giochi rimangano apolitiche e scevre di messaggi propagandistici di qualsiasi modo – proprio per evitare che qualcuno si senta tagliato fuori. Nelle parole del dirigente:

Pensiamo che gli streaming ufficiali dovrebbero essere una cosa che rimanga concentrata esclusivamente sui videogiochi? Sì. E penso che sia chiaro anche per il fatto che, decidendo di rivalutare i provvedimenti, abbiamo comunque voluto confermare la sospensione.

Brack ammette che, in un primo momento, la decisione di sospendere Blitzchung per un anno, sottraendogli anche i premi che aveva appena conquistato, era troppo severa. Per questo, si è deciso di dimezzarla, ma non di cancellarla.

hearthstone

Sì, ma la Cina?

Come si piazza, in tutto questo, il rapporto commerciale tra i videogiochi di Blizzard Entertainment e il mercato cinese? Il presidente ha commentato una contraddizione che alcuni fan avevano notato: mentre Blizzard aveva dichiarato che la sua decisione non aveva niente a che vedere con i rapporti con la Cina, l’account cinese ufficiale di Hearthstone su Weibo aveva dichiarato che la decisione fosse stata necessaria per salvaguardare «la dignità nazionale.» Due visioni chiaramente opposte, che Brack ha voluto spiegare:

Penso ci sia evidentemente confusione su come funzioni la pubblicazione dei videogiochi in Cina. Noi non siamo legalmente autorizzati a pubblicare i nostri videogiochi in Cina. Per farlo, dobbiamo avere un partner. Partner che, in questo caso, è Netease.

Ed è proprio Netease a gestire l’account ufficiale su Weibo dedicato a Hearthstone, fa sapere il dirigente, con le dichiarazioni che non possono quindi essere ricondotte direttamente a Blizzard, in merito al bisogno di sospendere un giocatore per salvaguardare la dignità nazionale. Nelle parole di Brack:

Sono parole loro, sono i loro dipendenti ad aver scritto quelle parole, non è una cosa che noi abbiamo approvato. E non è una cosa che noi avremmo approvato. Non pensiamo che sia rappresentativa di Blizzard.

In futuro, fa sapere il presidente, Blizzard cercherà di essere più chiara con i giocatori professionisti, per sottolineare che non vuole che messaggi non direttamente legati ai giochi presenti nei suoi streaming ufficiali vengano portati sotto i riflettori, in quel contesto. «Questa situazione è stata un incubo per tutte le persone coinvolte» ha assicurato il dirigente.

Fonte: IGN USA