Recensione

Harry Potter: Hogwarts Mystery, recensione del primo titolo mobile basato sul mondo di J. K. Rowling

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Dopo una lunga e spasmodica attesa da parte dei fan del giovane mago, Harry Potter: Hogwarts Mystery è finalmente disponibile per il download. Ve ne abbiamo già parlato nella nostra precedente anteprima, ma avevamo deciso di prenderci un po’ di tempo per provare a fondo le meccaniche di gioco e fornirvi un giudizio che fosse il più completo possibile. Finalmente siamo pronti a darvi il nostro verdetto finale, rispondendo ai dubbi che avevamo lasciato in sospeso.
Nuove avventure a Hogwarts
La storia di Hogwarts Mystery ricalca quella della serie di libri e film. Il nostro protagonista, a cui potremo dare noi il nome e che potremo personalizzare a piacimento, è in procinto di iniziare il suo corso di studi settennale ad Hogwarts, negli anni in cui Harry Potter è ancora un bambino. Come sarà per Harry, la sua fama precede il suo arrivo nel castello: o almeno, la fama di suo fratello, che poco tempo prima ha causato molti problemi all’interno di Hogwarts, prima di scomparire per nulla, con voci che insistono su un suo coinvolgimento tra le fila degli adepti di Voldemort. Anche il cast dei personaggi richiama quello originale: abbiamo un compagno di sventure, Rowan, ed una rivale (peraltro Serpeverde) di nome Merula. A fianco dei diversi comprimari originali che incontreremo nel corso dell’avventura, faranno capolino, di tanto in tanto, volti noti, a partire dai professori di Hogwarts ma passando anche per studenti che, in futuro, giocheranno un ruolo importante nelle vicende narrate nei libri di Harry Potter. L’atmosfera richiama quella dei primi due libri e dei primi due film: misteri ed enigmi attendono di essere risolti in un clima più disteso rispetto a quello cupo che caratterizza le storie che vanno da Il Prigioniero di Azkaban in poi.
La realizzazione tecnica del titolo è tutto sommato buona, con una buona ricreazione di ambientazioni e personaggi che, nel caso siano già apparsi nei capitoli cinematografici, mantengono una buona somiglianza con gli attori in carne ed ossa che li hanno interpretati. A non convincere del tutto sono le animazioni facciali: da una parte, i dialoghi sono muti, ed i personaggi non muovono le labbra quando parlano, facendo calare il senso d’immersione all’interno della storia; d’altra parte, invece, le loro reazioni facciali tendono ad essere talmente esagerate da sembrare quasi caricaturali, finendo per diventare involontariamente comiche. Niente da eccepire, invece, per quanto riguarda il comparto musicale, con tracce perfettamente in linea con le famose composizioni che ci hanno accompagnato durante la saga cinematografica.
Corsi di magia per principianti
Dal punto di vista del gameplay, il gioco richiama le classiche avventure grafiche: gli scenari saranno rappresentati attraverso schermate fisse, con dei punti possibili d’interazione che, solitamente, corrispondono a personaggi con cui è possibile dialogare. Il nostro obiettivo sarà quello di seguire le lezioni come un normale studente, cercando peraltro di portare a casa l’agognata Coppa delle Case, che comporterà una ricompensa per il giocatore anche in termini di gemme (su questo torneremo più avanti). Le lezioni saranno di diverso tipo: i corsi di incantesimi si affiancheranno a quelli di trasfigurazione, le lezioni di volo si alterneranno con quelle di pozioni. Non solo: durante la storia, saremo anche chiamati a risolvere alcuni misteri che sembrano permeare la scuola ed alcuni dei suoi frequentatori. Quale che sia la lezione o lo scopo da perseguire, il modus operandi rimane lo stesso: dovremo toccare diversi punti illuminati di blu sullo schermo, facendo compiere in questo modo determinate azioni al nostro personaggio. Esse sono di vario tipo, ma la loro esecuzione rimane sempre la stessa per il giocatore. Ogni volta che faremo una di queste azioni, consumeremo un punto energia. Solitamente, una lezione ha almeno due di queste fasi, ma ci sono lezioni che possono averne anche cinque o più. Esse sono poi intervallate da segmenti che non incidono sul completamento della missione, ma che possono comportare un bonus per il punteggio: domande a risposta multipla, tracciare un simbolo sullo schermo e premere su un pulsante al momento giusto sono le cose che ci capiterà più spesso di fare.
Sia le missioni principali che le side-quests si svolgono essenzialmente seguendo le schema che vi abbiano delineato. E’ quasi futile sottolineare una certa ripetitività di fondo: ci ritroveremo fin troppo spesso a ripetere le stesse azioni, che già di per sé sono fin troppo generiche e semplici per poter dare un qualsiasi tipo di soddisfazione. Fortunatamente, ci sono anche sezioni che provvedono a spezzare il ritmo: innanzitutto, abbiamo i dialoghi. Spesso essi presenteranno scelte multiple, con alcune opzioni disponibili soltanto se si ha un adeguato livello di una determinata caratteristica tra coraggio, empatia ed ingegno. Questo permette di avere una certa variabilità all’interno dell’avventura e di farci sentire più partecipi in quello che succede, in quanto le nostre possibili reazioni hanno un loro peso. L’altra fase che di distingue dal resto sono i duelli: in essi, non potremo attaccare direttamente il nostro avversario, ma dovremo scegliere tra tre possibili posizioni di combattimento: attacco, difesa e subdolo. Come in sasso, carta e forbice, ciascuno di essi sconfigge uno degli altri elementi e viene sconfitto dal terzo. Chi vince ha la possibilità di utilizzare un oggetto per attaccare direttamente il suo avversario. Lo schema si ripete fino a che uno dei due partecipanti non vede azzerarsi la sua barra della vita. Si tratta di fasi tutto sommato interessanti, e che riescono a spezzare bene il ritmo del gioco.
Quando la magia finisce prestoFacciamo il punto della situazione: fino ad ora abbiamo parlato di un gioco discreto che, tolto qualche difetto più o meno grave, potrebbe effettivamente soddisfare gli amanti della saga di J. K. Rowling. Ed è qui che arriva un gargantuesco “ma”. E questo “ma” prende la forma delle microtransazioni presenti nel gioco. Ne avevamo già parlato in sede di anteprima, ed era stato uno dei dubbi che la prima prova ci aveva lasciato: che le microtransazioni fossero fin troppo presenti ed aggressive, al punto da minare l’effettiva godibilità del titolo. Purtroppo, dobbiamo dire che quei dubbi non solo sono stati confermati, ma hanno anche superato le nostre aspettative. Sembra che il publisher, conscio del valore della licenza di Harry Potter, abbia cercato di spremere il più possibile da questo nuovo titolo, approfittando di ogni occasione per incentivare l’utente a spendere cifre cospicue all’interno del gioco. Ma andiamo con ordine. Nel gioco, durante le lezioni come durante le esplorazioni, saremo chiamati a compiere diverse azioni che, come dicevamo, si riducono semplicemente a toccare un determinato punto dello schermo. Ogni “tocco” corrisponde ad un punto energia in meno: per portare a termine la lezione o la fase di esplorazione, dovremo accumulare abbastanza stelle, ma non sempre è detto che l’energia a disposizione basti per portarle a termine. Che fare allora? Naturalmente, si può aspettare che l’energia si ricarichi da sola con il tempo (un punto ogni quattro minuti). Considerando però che, se la fase non viene completata entro un numero prestabilito di ore, la sfida viene riavviata, potremmo essere tentati di percorrere la seconda strada. Vale a dire, acquistare energia. Con cosa? Con le gemme. E come si prendono le gemme? Il gioco ne elargisce qualcuna, certo, ma se vogliamo averne abbastanza sarà spesso necessario comprarle, con soldi veri. Considerando che il gioco si basa su queste fasi, capirete quanto spesso sarete invitati ad acquistare gemme. Non solo: tolte le prime quest, sia le missioni principali che quelle secondarie sono spesso bloccate da tempi di attesa di almeno due ore. E anche qui la dolorosa scelta: aspettare due ore per ogni quest, principale o secondaria che sia, oppure pagare con le gemme. Nessuno potrà biasimarvi se decidere di chiudere l’applicazione per non aprirla mai più. Qualora infatti non vogliate spendere un capitale sul titolo, le continue richieste di acquisto gemme e i frequenti, lunghi tempi di attesa saranno più che sufficienti a far perdere qualsiasi magia fosse presente tra le mura del castello di Hogwarts. 

– Buona realizzazione tecnica…

– Riprende l’atmosfera delle prime avventure di Harry

– … ma le animazioni dei personaggi non convincono

– Ripetitivo

– Microtransazioni aggressive e onnipresenti

4.5

Harry Potter: Hogwarts Mystery, di per sé, sarebbe un titolo discreto, minato da qualche difetto come un comparto tecnico non del tutto convincente ed una certa ripetitività di fondo. Quello che però affossa completamente il titolo sono le microtransazioni: aggressive ed onnipresenti, esse sono, da sole, in grado di rovinare completamente l’esperienza di gioco, a causa delle continue richieste di esborsi e ai frequenti tempi di attesa per proseguire nell’avventura. La speranza è che gli sviluppatori ed il publisher ascoltino il feedback di critica ed utenti per correggere il tiro: non è troppo tardi per salvare Hogwarts Mystery. Al momento, però, non possiamo che consigliarvi di cercare la magia di Hogwarts da qualche altra parte.

Voto Recensione di Harry Potter: Hogwarts Mystery, recensione del primo titolo mobile basato sul mondo di J. K. Rowling - Recensione


4.5